PICCOLA POESIA ANTICA
Mostra Personale
Galleria Spazio Grafico
Massa Marittima (Grosseto)
Dal 18 dicembre 2021 al 7 gennaio 2022
Massetano, presidente del Fotoclub della città, Pelagagge presenta una collezione preziosa con opere frutto di una ricerca fotografica stenopeica, realizzate con una macchina fotografica di sua costruzione alla quale è arrivato dopo una esperienza trentennale in questo campo.
Sospese nel tempo e nello spazio, le sue immagini fissano dimensioni immaginifiche in cui l’unica chiave di lettura è quella intima e poetica. Opere uniche, dove la ricerca si spinge oltre il mezzo fotografico, dove la prima impressione sulla pellicola diventa la base di partenza per gli interventi dell’autore. In fase di sviluppo l’artista trasforma la fotografia in un’opera unica e riconoscibile dove i difetti vengono valorizzati, alla ricerca di sensazioni e di emozioni profonde da trasmettere all’osservatore.
Una tecnica antica in cui il tempo di posa si dilata e la precisione della composizione diventa canone fondamentale per la riuscita di ogni singolo scatto, di ogni singola parte della storia che Pelagagge desidera raccontare.
Dopo essere tornato all’essenziale con la macchina stenopeica, ha intrapreso una nuova sperimentazione, togliendo la macchina fotografica stessa: attraverso la manipolazione sapiente, l’
Nella serie denominata “Herbarium”, che in questa mostra propone in anteprima, ha dato vita ad uno studio sulle forme del regno vegetale proponendo immagini intense, riconoscibili e mai banali, dove l’osservatore si trova immerso in una natura distinguibile, eppure nuova.
A Massimo Pelagagge abbiamo rivolto due domande per approfondire la sua poetica:
Quanto è importante per te la sperimentazione?
La sperimentazione è fondamentale per me, le mie opere nascono dall’esigenza di uscire dall’omologazione e dalla moltiplicazione delle immagini. Il fruitore odierno è sovraesposto a una molteplicità di immagini belle e patinate che omologano anche il suo gusto. La mia ricerca invece mi spinge a creare immagini concettuali, uniche nella loro semplice complessità.
Perché la scelta di utilizzare la macchina stenopeica?
Nonostante ci siano macchine fotografiche potenti, con l’utilizzo di un mezzo fotografico ‘povero’ intendo dimostrare che è possibile creare opere d’arte grazie alla sapienza e alla sensibilità. L’opera d’arte non è preclusa a nessuno e si possono creare ottime fotografie con mezzi minimi ed essenziali, utilizzando soggetti da indagare nel loro spirito più che nella loro bellezza.
A cura di Gian Paolo Bonesini e Carla Moscatelli
‘La piccola poesia antica’ parla di un percorso.
Interessante perché sviluppa una ricerca con stilemi fuori dal convenzionale, compie un movimento retrogrado, un incedere per ritorni, procedere per sottrazione.
Il punto più alto a livello di sperimentazione lo si raggiunge, a parer mio, nel lavoro Herbarium, dove Massimo, che già ha abbandonato i sofismi del mezzo digitale per una fotocamera di legno senza obiettivo, rinuncia pure a questo mezzo e crea immagini con tecnicismi alchemici di rara poesia.
Come faccia non ci è dato saperlo, ma tant’è, realizza immagini fuori dal tempo che ballano, nella loro tridimensionalità, sopra un supporto di carta baritata......